Ma ti ricordi L. che corse?...
col fiato grosso e con le chiavi in mano
la macchina sbuffava e pure i piedi nel l'energia di molecole esplodenti
dando fuoco alla luna e poi anche alle stelle
e la pioggia che batteva a grandine senza
riuscire ad arrestare il passo imbizzarrito
né il sole di luglio che come forbice tagliava
la saliva d'anima di polvere e di frutta
e i sassi...
te li ricordi i sassi scalciati col binocolo
che inciampare su gli squali non era certo gloria pei cieli ne per la terra
ci si sentiva vivere nel balzo della Corsa
irriverenti come sa essere la gamba nuda di una donna che si offre
e il pranzo era la cena e la cena un lento calice
perché la notte non finisse mai
arroventati e lessi si aspettava il riposo delle stelle
che tranquilli i cuori assicurata era la foga della Corsa
esausti e mai sconfitti col mondo ancora tutto da creare
la ricchezza un profitto da scalciare
il "noi" nel gioco della gioia rumorosa che riunisce
rotto a volte dal singhiozzo mentre cambia di gradino
Tu con l'impermeabile dal colore della panna un poco sfatta
portato con la disinvoltura del gran Dio
nella tasca destra il giornale coi titoli rossi in bella Vista
nel l'altra un libro di Poesia che fosse l'acalmia dove scorre la vita fra lotte e fra follie
io coperta invece dal l'eskimo pulito ma sempre un po sgualcito
bandiera di utopie
svanite nel colpo della tosse preannunciato dal morso delle labbra troppo chiuse
col Destino che si porta addosso e non si può cambiare
malgrado gli scongiuri a santa Dorotea o al l' inflessibile Teodosia.
Un pollice bastò a fissarsi l' Ombra della realtà sui muri e
non ci fu Bibbia o dubbio filosofico capace di toglierla di mezzo
e fu proprio Lei a bloccare il passo a NOI mercanti lucidi di Sogni persi
nel flusso vivo della corsa e... non fu più nulla se non col sangue a sbalzi.
E si vagò... con la luce in faccia e la morte dentro
le verità lasciate fra un colpo e l'altro di quel cuore chissà anche indurito un poco.
Ho ancora quel l'eskimo in baule sai?...
c'è uno strappo alla manica che assomiglia a un buco
ma il verde è ancora quello anche se un po sbiadito.
Mirka
"Eskimo" (Francesco Guccini)
Nota. Poesia corretta dopo l'entusiasmo del Primo lampo emozionale. Chissà se era meglio coi refusi del prima o la misura pensata del poi...